Sull’utilizzo improprio dell’art. 9 Tuir per rettificare i corrispettivi delle cessioni domestiche di beni intragruppo

Di Francesco Pedrotti -
Non si concorda con la tesi della Suprema Corte secondo cui l’art. 9, comma 3, del Tuir condivide con l’art. 110, comma 7, del medesimo testo unico la positiva ricaduta sulla concorrenza tra imprese, il che legittimerebbe l’amministrazione finanziaria, ad avviso dei giudici, ad invocare la disposizione in parola fondando l’accertamento di una maggiore materia imponibile limitandosi a contestare la differenza tra valore normale e corrispettivo dei beni e servizi scambiati. È invece da ritenere che l’art. 9, comma 3, possa condividere con l’art. 110, comma 7, eventualmente, solo la “tecnica” del “prezzo in libera concorrenza” (oramai sostitutivo del “valore normale”), . . .